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Borghi d'Italia, viaggio alla scoperta di Bobbio
Eletto "Borgo dei borghi" Bobbio è una località della Val Trebbia, ricca di storia e antiche tradizioni.
La scoperta dei borghi più belli e caratteristici d'Italia continua alla volta di Bobbio, il centro più importante della Val Trebbia, in Emilia-Romagna, sulla sponda sinistra dell'omonimo fiume, proprio ai piedi del Monte Penice. Nominato "Borgo dei borghi" nel 2019, questo borgo medievale risente dell'influenza delle regioni vicine, in particolare della Liguria, con tutti i benefici dell'influsso del mare.
Il centro storico di Bobbio è ricco di fascino. Potrai ammirarvi infatti il Monastero di San Colombano, con il suo portico rinascimentale, o la quattrocentesca concattedrale di Maria Assunta o ancora il Castello Malaspina, che fu un tempo la roccaforte dei Guelfi durante le lotte con i Ghibellini di Piacenza. Il vero simbolo del borgo di Bobbio è però il Ponte Vecchio, conosciuto anche come Ponte del Diavolo o Gobbo, per via della sua particolare conformazione.
Ma quali sono le origini storiche del borgo di Bobbio? E quali le sue meraviglie da visitare e i piatti tipici da gustare?
La storia di Bobbio, il Borgo dei borghi
Bovium, ovvero Bobbio, prende il suo nome dal torrente che scende dal Monte Penice conosciuto anche come "saltus Boielis". Nel 14 a.C. i Romani si insediarono lungo la sponda destra del fiume Trebbia, che era abitata sin dal Neolitico, conquistando Bobbio. Verso la metà del VI secolo il presidio romano di Bovium venne assegnato al duca Sundrarit, che prese in concessione anche le saline. Un momento cardine della storia del borgo è segnato da un anno, il 614: in tale data arrivò dall'Irlanda il monaco eremita Colombano che ricevette in donazione la città che controllava la via del sale. Proprio qui Colombano fondò un monastero benedettino restaurando la chiesetta di San Pietro. È nel 643 che proprio attorno al convento cominciano a sorgere anche le prime abitazioni civili.
A seguito della conquista di Pavia, avvenuta nel 774 da parte di Carlo re dei Franchi, il monastero mantiene un ruolo fondamentale in quanto Bobbio apre la strada ai Franchi verso la Liguria. Il borgo di Bobbio diventa quindi un monastero imperiale e un feudo di primaria importanza. Nel 1014 l'Abate Agilulfo ottiene la giurisdizione episcopale e nasce quindi la diocesi autonoma di Bobbio, che diventa una città episcopale. Nel 1230 Piacenza occupa Bobbio che viene staccata dalla città e aggregata a Voghera, spostandosi sempre di più verso l'influenza pavese.
Nel 1387 Bobbio diventa feudo dei Dal Verme che lo mantengono tale fino alla metà del XVIII secolo quando, dopo le Guerre di Successione, passa ai Savoia. Da quel momento in poi la storia di Bobbio si va a intrecciare con quella dello Stato Sabaudo.
Cosa vedere a Bobbio e come raggiungere il borgo?
Il "Borgo dei borghi" è distante 41 km da Piacenza e 90 km da Genova. Per raggiungere questo caratteristico paesino in auto dovrai uscire dall'A1 a Piacenza Sud e, subito dopo il castello, seguire le indicazioni per Bobbio percorrendo la tangenziale fino a Piacenza, immettendoti sulla Strada Statale 45 per Bobbio e la Val Trebbia. Se provieni invece da Genova dovrai percorrere la stessa Strada Statale 45 ma in direzione Piacenza.
Il borgo di Bobbio può essere raggiunto anche in treno, scendendo alla stazione di Piacenza e prendendo un bus di linea.
Ora che hai capito come raggiungere il borgo, sei curioso di scoprire cosa vedere a Bobbio? La prima tappa del tour in questo suggestivo paesino è il Monastero di San Colombano, fondato dall'omonimo monaco irlandese. L'edificio si presenta come una possente aggregazione di strutture su cui spiccano la facciata della basilica e la cripta che ospita la tomba del Santo, affiancata dal porticato dell'abbazia in cui ha sede il museo. Quest'ultimo raccoglie molti reperti del periodo preromano e romano, concentrandosi anche sulla storia di Colombano.
Il Duomo di Bobbio, conosciuto anche come concattedrale di Santa Maria Assunta, fu edificato nel 1703 dal vescovo Guarnerio e, fino al 1989, è stato la sede vescovile. Si tratta di una chiesa in stile romanico la cui struttura è rimasta pressoché immutata fino al XIII secolo: l'edificio fu totalmente ricostruito nel XV secolo. Molto suggestiva l'antica cappella di San Giovanni, che presenta una splendida decorazione ad affresco con l'Annunciazione.
Un'altra meta molto suggestiva da inserire nell'elenco di cosa vedere a Bobbio è il Castello Malaspina, che venne costruito nel corso del Trecento. Questo edificio fu la roccaforte dei Guelfi durante la lotta con i Ghibellini. Dall'imponente torre del Castello potrai godere di una magnifica vista panoramica su tutta la città e gli Appennini circostanti.
Uno dei simboli distintivi di Bobbio è anche il Ponte Vecchio, detto anche Gobbo o del Diavolo. Il ponte è di età romanica e fu arricchito con sovrastrutture barocche. Lungo 280 metri, il Ponte Gobbo presenta undici arcate diseguali fra di loro. Le prime notizie circa questa struttura risalgono al 1196; nei secoli successivi venne distrutta più volte dalle piene del fiume e ricostruita. Racconti popolari dicono che il nome Ponte del Diavolo derivi dal fatto che fu proprio il diavolo a costruire con questo aspetto la struttura, per spaventare i monaci del Monastero di San Colombano, impedendogli di attraversare il fiume.Tradizione culinaria e curiosità sul borgo di Bobbio
Bobbio rientra sicuramente a pieno titolo fra i borghi italiani più caratteristici, non solo per le sue meraviglie naturali e architettoniche ma anche per la gustosa cultura culinaria. A livello gastronomico Bobbio risente dell'influsso della cucina piacentina. Fra i primi piatti da scoprire per conoscere il territorio ci sono gli originali maccheroni alla bobbiese, una pasta forata all'uovo e burro modellata con un ferro da calza e condita con lo stracotto, e i pè de lesa detti anche malfatti, ovvero degli gnocchetti di farina ripieni di ricotta e bietole, immersi in un saporito sugo ai funghi e cotti al forno.
Fra i secondi piatti, invece, una tipicità culinaria del borgo di Bobbio e del territorio piacentino è lo stracotto di manzo. Ma non solo: assaggia anche le lumache alla bobbiese, cotte in umido e a cui è addirittura dedicata una sagra, oppure il Bractòn, un salume di maiale, cotto ottimo da gustare sia caldo che freddo.
Per concludere in bellezza non possono mancare i dolci: primo fra tutti la classica torta di mandorle, da assaporare sia morbida che croccante, nata per conservare i frutti dei mandorli che crescevano in abbondanza nelle colline circostanti.
Queste prelibatezze potrai gustartele in ristoranti come l'Albergo Ristorante Filietto, la cui struttura è stata aperta oltre 60 anni fa e che offre ai visitatori primi tradizionali con pasta fatta a mano e deliziosi antipasti a base di salumi e gnocco fritto, oppure all'Albergo Ristorante Piacentino, un locale storico in pieno centro che ti stupirà con i suoi deliziosi primi piatti.
Lo sapevi che Bobbio ha un proprio dialetto tipico? Il dialetto bobbiese rientra nella lingua emiliano-romagnola, che appartiene al gruppo linguistico gallo-italico. Si tratta di un dialetto parlato non soltanto nel borgo ma anche nella zona appenninica della Val Trebbia e in zone circostanti alle provincie di Pavia e Alessandria. Il dialetto bobbiese risente di contaminazioni della lingua lombarda, soprattutto per quanto riguarda il lessico e diverse espressioni idiomatiche, oltre che della lingua piemontese e ligure.
Sei incuriosito da questo particolare borgo italiano e non vedi l'ora di scoprirlo? Ricordati che viaggiare in sicurezza in Italia è molto importante per poter partire in totale serenità e vivere tutta la magia del borgo di Bobbio.