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Il richiamo della montagna e delle origini: la storia di Massimo Malaspina
Il viaggio conclusivo della mini serie From Zerba with Love vede Massimo Malaspina come protagonista, con la sua storia fatta di amore per la natura e per il territorio d'origine dei suoi genitori.
Siamo giunti al termine di questo emozionante viaggio fra le storie, i ricordi e i sentimenti di alcuni degli abitanti del borgo di Zerba e dei suoi dintorni. La mini serie From Zerba with Love si conclude con la voce narrante di uno dei figli di Lino Malaspina, Massimo Malaspina. Nato a Milano, dove ha frequentato le scuole elementari, Massimo ha da sempre avuto un forte legame con i territori della Val Boreca e della Val d'Aveto, zone d'origine dei suoi genitori, dove tornava sempre in estate e durante le feste per trascorrere le vacanze.
Dopo il pensionamento di papà Lino, Massimo è tornato a vivere stabilmente nei suoi amati territori di montagna, frequentando le scuole della zona e trasferendosi nella casa della madre Graziella a Cerreto di Zerba. Felice della vita di montagna, subito dopo gli studi, Massimo ha avviato con la sorella una piccola azienda agricola, che ha però dovuto chiudere dopo qualche anno di attività.
Senza darsi per vinto Massimo si è reinventato, imparando il mestiere di muratore e aprendo una piccola ditta individuale dove realizza opere di edilizia. L'uomo ha due grandi passioni: la raccolta del ferro e i motori delle mietitrebbie. Tutti i pezzi di ferro che Massimo trova in giro li rimette a nuovo e li rivende, così come i motori, i suoi piccoli gioielli ammirati e apprezzati da tanti curiosi. Il suo grande progetto sarebbe quello di dare vita a un piccolo museo.
Massimo Malaspina, un racconto di amore per il territorio e valorizzazione della sua storia
1. Come hai vissuto il trasferimento in una grande città e poi il ritorno nella tua terra natale? Che cosa ti mancava della terra d'origine dei tuoi genitori quando eravate a Milano?
Io sono nato a Milano, poi ci siamo trasferiti di nuovo in questi luoghi e solo successivamente sono tornato a Milano per lavoro. Quando ero in città mi mancavano gli spazi che avevo qui, il contatto con la natura e la bellezza di questi territori. Quando ero bambino sentivo anche la mancanza delle mie amicizie, perché comunque in estate tornavamo qui per le vacanze e avevo i miei amici qui.
2. Quanto ha influito la figura di tuo padre Lino nell'amore che hai sviluppato per la zona della Val Boreca e della Val d'Aveto? Quali valori ti ha fatto apprezzare dei territori di montagna?
Mio padre mi ha fatto apprezzare tutto il lavoro che hanno fatto le persone qui un tempo. Lui è del '42 e quindi conosce tanti aneddoti, la fatica che si faceva per vivere in questi luoghi. Mi ha quindi insegnato a rispettare sia il territorio che allo stesso tempo la natura, in particolare il bosco, perché le persone del posto un tempo curavano molto le piante. Mi sono molto affezionato a tutto questo.
3. Che cosa ti hanno dato questi luoghi che invece una grande città non riusciva a trasmetterti?
Zerba e la vita da queste parti mi hanno dato la possibilità di apprezzare lo spazio: qui da bambino ero più libero, perché i miei genitori si sentivano tranquilli di farci girare e giocare in quanto conoscevamo tutti e non c'erano pericoli. Ci divertivamo con cose semplici, come andare al fiume per vedere i pesci. Eravamo liberi di fare quello che volevamo. Diventando grande è rimasta la costante degli spazi, che ho apprezzato non solo dal punto di vista degli spazi aperti ma anche di quelli che mi sono costruito qui con il mio lavoro, avendo la possibilità di fare tante cose che in città non avrei potuto realizzare.
4. Qual è stato il viaggio per te più significativo e perché?
Viaggi ne ho fatti diversi, alcuni significativi per lavoro e per svago di cui ricordo tanti aneddoti. Quello più importante è però il viaggio che ho fatto da Milano quando mi sono trasferito qui: sapevo di fare una scelta che nessuno avrebbe fatto, in città avevo un lavoro sicuro nel settore dei riscaldamenti. Avevo tuttavia preso una patente per gestire gli impianti a vapore che mi dava un po' più di sicurezza nel ritornare nei miei territori, in quanto se la mia idea di venire qui per lavorare in proprio non avesse funzionato avrei comunque potuto lavorare negli impianti di energia alternativa a vapore. Ho fatto quindi questo viaggio di ritorno a Zerba più tranquillamente rispetto al non avere niente in mano.
5. Come è nata la tua passione per la raccolta del ferro e per i motori?
La mia passione per gli attrezzi antichi di ferro e i motori è nata perché da bambino andavo spesso nell'officina del mio bisnonno a Cerreto, dove passavo molto tempo a guardare le attrezzature di un tempo. Successivamente ho iniziato a cercare io le attrezzature agricole e i motori perché mi affascinava il fatto che dietro questi macchinari ci fossero i ricordi e i racconti degli anziani del luogo. Riuscire poi a recuperare tante di queste macchine è stato semplice perché li portavo in giro per le sagre di paese e gli anziani del posto si avvicinavano per osservarli e per dire che anche loro avevano macchinari simili, per cui poi mi mettevo d'accordo con i proprietari per prenderli io.
6. Che progetti hai mente per il futuro e quali sono le speranze che hai verso questo territorio?
Il progetto che ho per il futuro è innanzitutto quello di farmi una famiglia. Per quanto riguarda il territorio invece, nel mio piccolo vorrei valorizzarlo e dare voce alla mia passione creando un museo dei macchinari e dei motori che possiedo, per dare memoria alla storia del posto e mantenere vivo il ricordo della vita di un tempo. La mia speranza è che venga in futuro apprezzata e valorizzata la storia di questo territorio, di modo che le persone che vogliono visitare questi luoghi possano venirne a conoscenza e amarla tanto quanto la amo io.
Un viaggio fatto di ricordi, storia, passione per il territorio e amore per gli spazi liberi e aperti quello che ha segnato il ritorno di Massimo dalla grande città ai luoghi di origine dei suoi genitori, dove è riuscito poi a trovare la sua dimensione ideale.
Il nostro viaggio From Zerba with Love si conclude qui: abbiamo imparato a conoscere questi territori, ad apprezzarli e a valorizzarli attraverso le storie e i racconti dei suoi protagonisti.
Viaggiare è una scoperta continua e dietro a ogni viaggio si può nascondere un insegnamento per la vita... La nostra avventura termina qui, ma continua a seguirci... Chissà dove ci porterà il prossimo viaggio!