Donne, automobili e sicurezza
Se la guida al femminile è attualmente, in Arabia Saudita, ancora considerata reato punibile con l'arresto - e per questo ora al centro della coraggiosa protesta mirata all'abolizione del divieto - nei Paesi occidentali rappresenta invece una normalissima consuetudine che vede progressivamente diminuire qualitativamente e quantitativamente le differenze tra uomini e donne al volante. Consideriamo, a questo proposito, la direttiva 2004/113/CE, che stabilisce un accesso paritario per entrambi i sessi a beni e servizi (ovvero tutte le opportunità pubbliche e private fruibili e tutti i beni godibili a pagamento, con esclusione dei media e dell'istruzione), ed inoltre prevede la realizzazione di azioni informative sulla necessità di equiparazione dei diritti di uomini e donne. Unica deroga attualmente in essere quella relativa alla differenziazione, su base sessuale, dell'importo dei premi assicurativi - tale eccezione, però, non sarà più ammessa a partire dal 21 dicembre 2012.
Se la parità tra sessi è indiscutibile in termini di diritti e doveri, è pur vero che sussistono delle peculiarità caratteriali e delle differenti modalità comportamentali e relazionali tra gentil sesso e sesso forte, che caratterizzano anche lo stile di guida: le donne italiane, ad esempio, risultano sicuramente dotate di una maggior capacità di autocontrollo e decisamente più prudenti degli uomini, che invece guidano in maniera certamente più aggressiva ed impulsiva. D'altro canto, le signore si mettono troppo spesso al volante indossando scarpe con tacchi alti, nonostante il Codice della Strada nell'art. 169, comma 1, indichi come necessaria per garantire una buona conduzione del mezzo la libertà di movimento, che può essere invece inficiata dall'uso di calzature che riducono la sensibilità del piede rispetto ai pedali. Ancora, le indagini di Fondazione Ania relative a questi ultimi anni additano le donne come le più scorrette nell'utilizzazione del telefonino e delle cinture di sicurezza. è in aumento, inoltre, il fenomeno del binge drinking e il consumo di alcolici in genere da parte delle signore; ultima pecca al femminile, una manutenzione spesso carente dell'automobile, fondamentale invece per evitare tutti quegli incidenti provocati da malfunzionamenti del mezzo. Le donne al volante, dunque, commettono sicuramente delle scorrettezze, ma di entità lieve e tale da provocare, mediamente, incidenti e sinistri di relativa importanza: la maggior parte dei morti su strada in Italia, infatti, è di sesso maschile. Gli ultimi dati ISTAT registrano, nell'ambito dei circa 590 incidenti giornalieri che si verificano sul tessuto viario italiano con un bilancio di oltre 10 morti e oltre 800 feriti, un 11% di donne sul totale delle vittime decedute e un 31% tra i feriti, con un picco nella fascia d'età compresa tra i 20 e i 24 anni. Maggior mortalità femminile, invece, è registrata in Germania, Francia e Polonia, dove, non a caso, la guida non è percepita, come invece accade più fortemente per i popoli di area mediterranea, come un simbolo di potenza maschile.
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