A quasi trent'anni dalla scoperta: le Grotte di Frasassi
Qui, fra i monasteri e castelli di epoca romana e le sorgenti sulfuree, si trova lo splendido chef d'oeuvre naturale delle Grotte di Frasassi, meta ideale per una breve vacanza fuori porta. Ad originare questo universo spettacolare, una serie di fattori: in primis, la derivazione per accumulo di sedimenti marini; poi, lo scorrere dei fiumi lungo le dorsali e i terreni calcarei che si erano creati; infine, la risalita di acque sulfuree profonde, che hanno corroso diversi vani ipogei, ampliandone notevolmente le dimensioni.
A scoprire, invece, queste grotte incredibili, il fortunatissimo e tenace team di speleologi del CAI di Ancona sotto la guida di Giancarlo Cappanera, alla fine dell'estate del 1971. Un anno che si apre, per gli amanti delle grotte, sotto i migliori auspici, e si anima con una serie di iniziative: viene organizzato, infatti, un corso propedeutico di introduzione alla speleologia, cui partecipano numerosi giovani, e, dal 26 al 30 aprile, viene allestita una 'Rassegna Speleologica ed Alpina'. In particolare, però, si ricorda la spedizione del mese di luglio, con la significativa scoperta, a ben 300 metri di profondità, di una colonia di funghi provvisti di un cappello ampio 15 cm di diametro.
Torniamo alle grotte: tutto inizia grazie alla segnalazione dello speleologo Rolando Silvestri, il quale, nell'ambito di alcune esplorazioni, rileva la presenza di alcune cavità che, secondo la sua opinione, avrebbero potuto proseguire. Le operazioni di ricerca e scavo si protraggono per settimane, registrando, in sequenza, la scoperta della Grotta Grande del Vento, della Sala del Trono, del Pozzo di Ancona. La discesa lungo i 120 scalini allestiti, ad opera di Maurizio Bolognini, Fabio Sturba, Giancarlo Cappanera e Giuseppe Gambelli, sorprende tutto il team: l'ambiente ipogeo è straordinariamente ed imprevedibilmente grande - 50 metri di ampiezza e 200 di altezza - e con ogni probabilità si tratta del cuore carsico di tutto Monte Valmontagnana, decorato da stalagmiti fantastiche...
Dal 6 ottobre, data in cui il Corriere Adriatico pubblica in esclusiva la news di questa scoperta, gli interventi degli speleologi proseguono accuratamente e negli anni: durante le feste di fine anno del 1971, ad esempio, una squadra del G. S. M. (Gruppo Speleologico Marchigiano) percorre la prima traversata del complesso Vento-Fiume ed, in particolare, nella giornata dell'8 dicembre, viene scoperto un collegamento tra la Grotta Grande del Vento e la Grotta del Fiume; successivamente, viene organizzato un campo base interno e vengono effettuate esplorazioni che consentono di scoprire, al di sopra della Sala dei Duecento, sei piani sovrapposti contenenti bellissime formazioni cristalline...
Tre anni dopo la strabiliante scoperta, tra lavori effettuati - il completamento della galleria che conduce alla Sala Abisso Ancona, ad esempio - e lavori da realizzare - 13 sono, infatti, i chilometri scandagliati, a fronte dei 35 totali di estensione - viene aperto al pubblico questo mondo incredibile fino ad ora ammirato da ben 12 milioni di persone, e senza dubbio il complesso di cavità sotterranee più apprezzato dai turisti su scala nazionale. La Sala Bianca, la Sala dell'Orsa, la Sala delle Candeline, e poi la Sala dell'Infinito, la Sala Finlandia e la Sala Pagliai non mancano di incantare i visitatori che scelgono di sperimentare il percorso di Frasassi, della durata di 70-75 minuti circa. Nonostante i 14° di temperatura interna costante occorre indossare capi di abbigliamento pesanti e, se possibile, impermeabili, in considerazione dell'altissima percentuale di umidità, pari al 100%, presente in entrambi i percorsi allestiti, il 'rosso' e l''azzurro' (quest'ultimo accessibile dai 12 anni in su), lunghi 1,5 km.
Si accede addentrandosi in una galleria artificiale lunga ben 220 metri, che conduce sul ciglio della Grotta Grande del Vento. Quando si è all'interno della Grotta Abisso Ancona risulterà molto difficile 'comprenderne' le dimensioni, paragonabili a quelle del Duomo di Milano... Altro punto di forte impatto, dopo la Sala del Duecento, è il notevole restringimento del percorso, tale da essere soprannominato 'Gran Canyon'...
Nell'ambito di questa emozionante passeggiata sotterranea gli occhi dei visitatori si sgraneranno immancabilmente davanti alle sculture naturali che, nell'ambito di 190 milioni di anni, l'azione erosiva dell'acqua sul calcare ha realizzato, generando stalattiti e stalagmiti dalle forme curiose - che possono arrivare a misurare anche diversi metri - ma anche laghetti derivanti dal ristagnare dell'acqua dei pozzi...
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