Pregi e virtù dell'energia geotermica
Vulcani, sorgenti di acqua calda e geyser i fenomeni tramite i quali il calore profondo della Terra - derivante da quello primitivo e da reazioni nucleari conseguenza del decadimento radioattivo di uranio, torio e potassio - si palesa in superficie: parliamo delle manifestazioni dell'energia geotermica, che nelle maggiori profondità può raggiungere i 4000° e che costituisce una fonte ad erogazione continua. Attualmente questa energia è utilizzata parzialmente rispetto al proprio potenziale - in quanto l'estrazione è ancora possibile soltanto in profondità superficiali - e su scala locale, a causa della difficoltà di trasporto.
Primo passo, nell'ambito del procedimento estrattivo, l'individuazione di un serbatoio o giacimento geotermico oppure di un'area che, a causa di fenomeni vulcanici o tettonici, è caratterizzata da una temperatura del sottosuolo più alta della media. Quando non ci si avvale di sistemi di circolazione naturale, come, ad esempio, le sorgenti idrotermali, Il calore della Terra viene prelevato tramite sonde geotermiche e convogliato in turbine atte alla produzione di energia elettrica.
Il geotermico copre attualmente, nell'ambito di tutta la produzione energetica mondiale, un esiguo 1%, ricavato grazie all'attività di 130 impianti totali, e distribuito diversamente nei vari Paesi. In Europa la produzione finalizzata ad utilizzazione diretta - per cui impiegata nel condizionamento di edifici eterogenei, dalle serre alle piscine - ammonta a circa 18.000 GW, pari ad un 11% dell'uso totale, contro il 52% della media mondiale. La nostra nazione rappresenta uno dei soggetti importanti nel settore, con diversi impianti siti soprattutto in Toscana, che vanta anche il primato cronologico assoluto con l'attivazione, nel 1904, delle strutture di Larderello; anche Lazio e Campania risultano attive in questo ambito, soprattutto nella ricerca di nuovi campi geotermici.
L'energia derivante dal calore terrestre, ovviamente, ha un ruolo da protagonista nelle politiche green, ed, in particolare, nel PECC - Programma Europeo sul Cambiamento Climatico, finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra tramite diverse misure: la riduzione dei consumi, il potenziamento dell'efficienza energetica, l'implementazione di tecnologie eco-compatibili e l'incremento dell'utilizzazione di fonti rinnovabili, tra cui, appunto, l'energia geotermica. Che presenta una nutrita serie di vantaggi, a fronte di qualche 'bypassabile' criticità: ad esempio, lo sgradevole odore rilasciato dalle centrali geotermiche, neutralizzabile tramite impianti di abbattimento; l'alto impatto ambientale delle strutture, evitabile tramite una progettazione in grado di soddisfare contestualmente esigenze ingegneristiche ed ambientaliste; il dispendio energetico provocato dall'azione delle pompe di calore durante il procedimento estrattivo. A bilanciare ampiamente questi aspetti in attesa di miglioramento, ecco i molti plus dell'energia geotermica: in primis, il suo essere costante - non risultando in alcun modo influenzata da variabili climatiche, eoliche, stagionali, solari (fattori non incidenti, mediamente, oltre i 50 metri sotto la crosta terrestre) - rinnovabile, non inquinante al 100% e sfruttabile localmente. Gli impianti di estrazione, poi, accumulano significative quantità di volumi energetici all'interno di spazi ridotti, ed emettono un tasso di anidride carbonica tre volte inferiore a quello degli impianti a gas naturale e quasi otto volte inferiore a quello degli impianti a carbone, per cui il loro impatto ambientale è assolutamente minimizzato. A completare questo quadro già molto positivo una duplice applicazione, di recente messa a punto, per cui l'energia geotermica, oltre a fungere da serbatoio per i sistemi di riscaldamento, può servire anche per il raffrescamento: tramite sonde, geostrutture e scambiatori, infatti, è possibile raffreddare gli edifici senza avvalersi di impianti frigoriferi.
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